scritto da yanez il 18 gen 2011
“Vi capitano mai quelle giornate strane, in cui vi sentite fuori posto, come se mancasse qualcosa, o vorreste fare qualcosa, ma non sapete cosa? Una certa insoddisfazione latente, sotto pelle, un’apatia inspiegabile, senza motivo….”
Allora leggete questo libro di ricette e forse ritrovate il buon umore o almeno, male che vada, imparate qualche piatto succulento da condividere con chi amate.
lo potete trovare su Lampidistampa, IBS, libreria universitaria, Amazon.
(non ancora votato)
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18 gennaio 2011 alle 13:30
il libro di Giannetto è un tuffo poetico in un’infanzia da sogno, fin troppo letteraria, se quelli che lo conoscono bene non sapessero che si tratta di vita vissuta. Le ricette sono solo un pretesto per rievocare fatti accaduti al narratore bambino oppure che riguardano persone che hanno vissuto nel paesino in cui sono ambientati gli aneddoti e che diventano quasi personaggi mitologici, felliniani, ammantati di una poesia che descrive una realtà remota e per questo dolce, con una puntina di amaro. Bravo Giannetto!
18 gennaio 2011 alle 15:38
Caro Giannetto,
sto leggendo il tuo libro, sono arrivato a meta’ ma gia’ dalle prime pagine mi sono immerso in quella atmosfera che mi raccontavi quando eravamo a scuola e di cui mi hai fatto partecipe parecchie volte (soprattutto facendomi assaggiare quei favolosi salami che tenevi conservati nel tuo frigorifero nei panni umidi per farli rinvenire…).
Ricordi di infanzia e ricette culinarie sono un binomio vincente e molto originale. Sono inoltre rimasto positivamente impressionato dal tuo modo di scrivere… ricordando i tuoi temi di scuola che non superavano le tre facciate per …. mancanza di idee, dicevi. Le idee e le sapienti descrizioni nel tuo libro ce ne sono parecchie… come si puo’ cambiare anche a 40 anni.
Consiglio a tutti la lettura.
17 giugno 2011 alle 06:54
Ciao Giannetto
ho letto il libro ,,,grazie….il primo proponimento ???? a san Giovanni….raccolgo le noci e faccio il nocino. Qundo passi da queste parti diciamo fra un anno te lo faccio assaggiare
A presto
17 ottobre 2011 alle 14:46
Solo chi ti conosce un pò (e da un bel pò) può avere un’idea di quanto ti sia costato rendere pubblici ricordi così intimi e soprattutto le emozioni ad essi legate. Sei stato coraggioso, e non solo per questo. Rileggere le esperienze dell’infanzia e dell’adolescenza con lo sguardo disincantato dell’adulto e comunque coglierne tutto il buono e il bello è un’ operazione per pochi. A te è riuscita, a vantaggio tuo e di chi legge. E’ uno scritto che si rivolge ai cinque sensi: si ammirano i paesaggi smisurati, si tocca l’acqua fresca del torrente, si ascoltano le voci che si rincorrono in dialetto, e soprattutto si sentono i profumi del cibo che stufa in pentola e si gusta il sapore dei ripieni e delle salse. Pare di essere lì e non si può evitare alla fine di voler bene a tua nonna, alle tue zie e ai tuoi compagni di scorribande … E non si può fare a meno di provare un po’ di invidia, anzi tanta, per chi si è formato nutrendosi (è il caso di dirlo) di valori che fanno un essere umano degno di essere considerato tale. Non so se il libro sia stato l’inizio della tua carriera di scrittore, di certo è stato conferma del tuo prestigio di cuoco e gourmet (e persona vera).