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scritto da yanez il 15 feb 2010

Pensavo che i viaggi nel tempo non esistessero, fossero frutto di fantasia, pia illusione, vana speranza. Mi devo ricredere. Quello che ho vissuto ieri sera per due ore è stato entusiasmante. Magia del teatro forse, bravura degli attori di certo. Ero lì in seconda fila, ma in realtà era come se fossi un mobile, un decoro, un arredo di quella stanza dove Napoleone visse i suoi ultimi anni da esiliato sull’isola di Sant’Elena. La sala grande del Teatro dell’Orologio diventa una camera del tempo. In pochi metri quadrati, tre pareti, due finte finestre, creano uno squarcio sul passato. È talmente ridicola la distanza con il palco, quasi inesistente, che il pubblico è dentro la scena. La vive, sente il  respiro della storia, la tensione dei personaggi. L’emozione corre, si trattiene il fiato, come per non disturbare, non interrompere quell’energia. Napoleone è ferito, ingabbiato, sembra cadere sotto i colpi della solitudine. Il suo carceriere lo sbeffeggia,  generale lo chiama, cerca lo scontro, è stato mandato lì per ucciderlo, ucciderlo nell’animo prima ancora che nel fisico. Il governatore Lowe è un perdente, uno che ha avuto la vita facile, non ha conquistato nulla sul campo, anzi, l’unica cosa che doveva proteggere, l’ha persa. Era a Capri, capo della guarnigione, quando gli uomini di Napoleone, solo duecento contro duemila, in poche ore l’hanno cacciato e conquistato l’isola. Ma l’uomo che ha fatto la storia, che è la storia, ha una personalità forte carismatica, piena di sé, non si lascia irretire, non si piega davanti alla meschinità di un mezzo-uomo, che nessuno ricorderà se non fosse per lui, Napoleone. Tra i due s’ingaggia una battaglia verbale, psicologica, si attacca di fioretto, si para con la spada, si affonda con la sciabola. Ma solo uno uscirà vincitore e sarà colui che è abituato a vincere, sempre, anche di fronte all’ineluttabilità della sorte. L’uomo che voleva creare un’Europa unita sotto una sola bandiera, vincitore di tante guerre, morirà in solitudine, in silenzio, il 5 maggio 1821. ma il suo spirito ancora vive ed aleggia spinto dagli alisei, perché “Io sono Napoleone!!”

“…Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.”

 

“Napoleone a Sant’Elena”    Teatro dell’Orologio – Roma , 14 febbraio 2010

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