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scritto da yanez il 27 ott 2009

La mostra di Hans Hartung è un buon pretesto per alzarsi presto, salire in macchina e fare rotta verso Gaeta. La giornata è grigia, minaccia pioggia. Arriviamo verso le 11 e ci dirigiamo subito all’ex caserma Cosenz dove sono esposti i quadri dell’ultimo periodo della vita artistica di Hartung. Non è che mi piaccia molto la pittura astratta, però trovo qualcosa d’interessante. I quadri, pochi a dir la verità, sono esposti al centro del salone intorno alle colonne che reggono l’edificio. Lungo le pareti, invece, tante foto riprendono l’artista in svariati momenti della sua vita. Un modo originale per raccontarlo senza fiumi di parole scritte con caratteri piccoli su tabelloni che costringono ad uno sforzo visivo inutile, tanto poi chi se lo ricorda. Le immagini rimangono più impresse nella memoria!  L’aspetto più bello ed interessante per me, che di pittura ne capisco poco, è stato il filmato, che si poteva vedere in un angolo della sala, dove si mostrava come Hartung dipingesse. Allora quelle forme che sembrano scarabocchi e sgorbi fatti da una mano malferma, assumono un altro valore. Sono frutto di pensiero, tecnica e maestria applicativa. Leggo una brochure: “L’artista sviluppa un grafismo in cui la linea si ispessisce considerevolmente fino a diventare luogo di estrema tensione”, e poi ancora “L’espressività del segno, il gesto libero in quanto elemento costitutivo dell’identità pittorica..” Sembrano frasi senza senso, isolate dal contesto che solo un bel dvd ben fatto come quello che abbiamo visto è in grado di spiegare.  Dopo la parentesi culturale, il giro del paese ci porta sul lungo mare da dove è possibile avere una visione complessiva del castello, ex prigione militare, del duomo e una bella chiesa in stile moresco. Sosta obbligatoria da “il Follaro” per degustare qualche prelibatezza locale. In particolare la tiella Gaetana e delle mazzancolle al lardo di colonnata veramente ottime. Prima di tornare a casa, non potevamo non visitare la montagna spaccata. Una frattura nella montagna sovrastante Gaeta in cui il mare si insinua e crea una grotta naturale. I geologi dicono che si sia formata undicimila anni fa a causa di un vulcano sottomarino antistante la costa, la tradizione, invece, vuole che sia stato il terremoto durante la morte di Cristo. E ti pareva che i preti non ci mettevano le mani!! E voilà, eccovi servito un bel santuario con tanto di cappella situata sul punto più suggestivo e scenografico, mèta di frotte di pellegrini che, secondo me, sono più interessati alla grotta marina che alla penitenza.

Ecco alcune foto della giornata.

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