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scritto da yanez il 23 giu 2009

“Mama don’t take my kodachrome away…”.  Cantava Paul Simon nel 1973. Ma il tempo passa inesorabile e calpesta tutto, senza guardarsi indietro a chiedere scusa. Così si chiude l’epoca della pellicola a colori. La Kodak ha annunciato che non produrrà più i suoi rullini Kodacrome ormai diventati obsoleti, surclassati dalle memorie digitali. Per quelli della mia generazione, nati con le macchinette manuali è come perdere un amico con cui abbiamo vissuto per lungo tempo. Foto che non erano solo un click,  ma una scelta di vita, un insieme di emozioni compresse in un unicum di sapienza: dalla scelta della pellicola, all’inquadratura, all’esposizione. L’attesa ansiosa dello sviluppo come un padre fuori la sala operatoria attende la sua creatura. La magia dell’evento, la nascita, le gioie e i dolori, sensazioni uniche, perse per sempre. Nel cassetto mi sono rimasti due rullini, li volevo usare per qualche cosa di importante, ma ora ho deciso di tenerli a ricordo di un tempo che scorreva lento e dava giustizia alle cose che i più bravi riuscivano a congelare in un riquadro rigorosamente 24×36 mm.

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2 Commenti a “Addio Kodak…crome !!”

  1. daniela scrive:

    Ormai la tecnologia digitale ha cambiato la fotografia. Prima c’era il dubbio, l’ansia, la sorpresa: come sarà venuta la mia foto? Avrò preso le luci giuste? Avrò azzeccato l’inquadratura? Il volto che ho ritratto sarà stato disteso o increspato da una smorfia? Adesso no. Quel lasso di tempo che occorreva per portare la pellicola al laboratorio e farla sviluppare non c’è più, come pure è diminuita la necessità di fare uno scatto “perfetto”. Tanto con il computer possiamo aggiustare la luce, il contrasto, i colori. Non c’è più la necessità di essere un “bravo” fotografo e di prevedere come verrà fuori la foto. Ormai possiamo aggiustare tutto a posteriori. Per questo il digitale è comodo, sia per gli amatori che per i professionisti. Però togliendo l’incertezza è venuta meno anche la poesia. Ma forse è meglio così: non rischiamo di perdere il ricordo di una foto scattata all’altro capo del mondo. Se è venuta male la rifacciamo, e basta. Comunque resto dell’opinione che le migliori foto che io abbia mai visto sono quelle scattate nei tempi antichi, quando la pellicola era ancora una lastra e il soggetto non si poteva muovere, proprio come se fosse in posa per un quadro.

  2. Gianfranco scrive:

    Concordo con quanto scrivi, forse è andata perduta l’ ansia dell’ attesa dello sviluppo della pellicola, ma certe volte quanti soldi risparmiati!!
    Mi riferisco all’ansia prima e la delusione poi, quando vedevi il disastro delle foto, sfuocate, chiare o scure, pessime inquadrature, soggetti irrimediabilmente perduti…ma ora tac, tastino cancella sulla macchinetta e rifacciamo la foto.
    Alla faccia dei vecchi fotografi, che tralaltro oggi se ne trovano sempre di meno.

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