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scritto da yanez il 27 gen 2009

Che c’entra il Futurismo con  la canzone napoletana?  Verrebbe da dire niente, e da un punto di vista puramente letterario è così.
Forse non tutti sanno, però, che entrambi devono i loro primordi ad una casa editrice italiana  la “Bideri S.p.a.”  fondata nel 1805 e tuttora attiva in ambito musicale.
La storia racconta e a scuola si studia, che Marinetti, il padre del futurismo, pubblicò il 20 febbraio del 1909 il “manifesto futurista” sul giornale francese “Le Figarò”. In realtà, una settimana prima, il 14 febbraio, la casa editrice “Bideri” stampa a Napoli una rivista “La Tavola Rotonda” in cui è presente quello stesso manifesto che diverrà poi la prima pietra miliare di un “pensiero” che influirà l’arte in tutti i suoi aspetti, dalla poesia alla musica passando per la scultura, il teatro, la pittura.
E  ‘o sole mio ?
È di dominio pubblico, ormai,  che la canzone nacque ad Odessa, in Crimea  alla fine dell’ottocento ad opera del musicista Eduardo di Capua, al quale si attribuisce la musica, mentre i versi sono di Giovanni Capurro. Ma è meno risaputo che la canzone diventa famosa dopo la partecipazione ad un concorso indetto dalla rivista “La Tavola Rotonda” di Bideri editore e vince il secondo premio di ben 200 lire. Attualmente la canzone è ancora una delle più interpretate e suonate nel mondo.

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