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scritto da yanez il 11 nov 2008

“Riempite la cupola d’oro e non sarà mai pagata abbastanza”. Con queste parole Tiziano elogiò l’affresco superbo del Correggio che adorna le volte della cupola del Duomo di Parma.

Anche noi dopo 500 anni possiamo vederla alla stessa distanza dalla quale l‘ha immaginata, creata e vista Antonio Allegri da Correggio. La mostra voluta e pensata da Antonio Sgarbi è suddivisa in 4 aree della città di Parma, polo vitale e artistico dell’opera del Correggio. Al Palazzo della Pilotta c’è l’esposizione delle opere su tela, inserite in un contesto temporale che ci permette di vedere gli intrecci artistici del Correggio con gli altri pittori del suo tempo. Nel monastero delle benedettine di San Paolo, c’è la camera che la badessa Giovanna da Piacenza affidò all’estro del Correggio perché l’affreschi a sua maniera. Ma la vera novità sono le impalcature che permettono la visita vis-a-vis con gli affreschi delle cupole delle due più importanti chiese di Parma, il Duomo e la chiesa di San Giovanni Evangelista. Qui si è a contatto con il Correggio, lo si sente lavorare, si entra in empatia con la sia opera, si vivono i personaggi, quasi li si sente dialogare, è emozione pura !!.

“Et egli fu il primo che in Lombardia cominciasse cose della maniera moderna: per che si giudica che, se l’ingegno di Antonio fosse uscito di Lombardia e stato a Roma, averebbe fatto miracoli e dato delle fatiche a molti che nel suo tempo furono tenuti grandi” – il  Vasari lo mette allo stesso livello dei grandi del suo tempo, anzi, se fosse andato a Roma, la sua opera avrebbe fatto sfigurare molti di loro. Lo stesso Sgarbi lo pone insieme a Raffaello, Leonardo, Michelangelo e Tiziano al vertice del Rinascimento. Artista emozionale, Correggio riesce a trasferire nelle sue opere l’anima dei personaggi, i sentimenti, i pensieri. Elaborando lo spazio con l’uso sapiente della luce, da spessore e fisicità alle figure, ammorbidisce e arrotonda, incarna le emozioni nei volti femminili. Le madonne da lui dipinte sono prima delle donne, delle madri, poi assumono le vesti mistiche della divinità. Ci sono piaciuti molti quadri e di tutti vorremo dire le nostre sensazioni, ma ci vorrebbe un libro intero. Uno per tutti la tela del “compianto di Cristo morto” opera dell’età matura del Correggio dove la disposizione delle figure, poste come su una scala verso il cielo, conducono lo spettatore nell’intimità dei personaggi, ognuno dei quali è in relazione all’altro tramite la sofferenza per il cristo morto, in una sorta di unicum spazio-temporale. Ci ha colpito soprattutto per l’intensità degli sguardi, i volti parlano, raccontano la storia che anche se ben conosciuta ci lascia sempre turbati, pensierosi, davanti al mistero della morte.

La mostra termina il 25 gennaio 2009, chi vuole può prenotare i biglietti online seguendo le indicazioni riportate sul sito dell’evento.

Per chi volesse divertirsi con l’italiano antico può leggere un estratto dalle Vite del Vasari che abbiamo riportato qui.

Come sempre, attendamo i vostri commenti.

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1 Commento a “Parma ospita il Correggio, il pittore dell’anima”

  1. manu scrive:

    Ciao bello, come ti diverti sempre! Se vengo trasferito a Roma non ti lascero un attimo!
    Saro’ appiccicato appiccicato! Come quando venivo tutti i pomeriggi da te
    Spero che Daniela non sia gelosa per questo
    Manu

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